Perchè lo facciamo? - Emilia Romagna Trasgressiva

Perchè lo facciamo? - Emilia Romagna Trasgressiva

Il giovanotto è simpatico e di bella presenza. Il suo appartamento, in un condominio signorile, è arredato con molto gusto. Il profumo penetrante della Falanghina che ci ha offerto mi ricorda vacanze lontane. Mentre ci parla, seduto di fronte a noi, i suoi occhi puntano, famelici, le gambe accavallate di Roberta alla quale non mancano certo l’esperienza e le qualità per far colpo su un uomo Nel contesto piacevole la stonatura dipende dalle domande che il giovanotto pone in maniera troppo diretta anche se per un paio di volte ho già glissato sviando su argomenti diversi. Il ragazzo però insiste con un perentorio “Ma perché lo fate?” .
Roberta, percependo il mio disappunto per una domanda brutalmente indiscreta, gli risponde con un diplomatico “Ti spiace se vado in bagno?” e si alza senza attendere l’immancabile “Ma certo”.
Conosco la mia amante meglio di me stesso, e so che ha deciso di rompere gli indugi, per cui appena la porta si chiude dico al ragazzone si e no trentenne, talmente giovane che potrebbe essere nostro figlio, “Andiamo ad aspettare la signora in camera”. Prendo con me il calice di bianco e seguo il padrone di casa. La camera è spaziosa e ben curata con un letto matrimoniale rifatto in maniera impeccabile.
Mi tolgo scarpe e camicia e mi stendo sul letto imitato dal giovane che lascia illuminare fiocamente la stanza dai soli abat jour. Un paio di sorsi del bianco, che scaldandosi è ancora più profumato, e Roberta, dall’alto del tacco dodici, compare sulla porta della camera. Come avevo immaginato, si è messa in libertà per offrirci la vista del suo corpo ancora sodo e tonico, nonostante i 50. E’ agghindata in guepiere scura che tiene agganciate le calze velate, il minislip completa il set intimo. Si avvicina al letto con un malizioso “E voi, signori, non vi mettete comodi?” e già comincia a sbottonare i pantaloni del giovanotto. Io mi denudo da solo e dopo aver gustato l’ultimo sorso mi unisco ai due che sono già avanti coi preliminari….

Dopo un paio d’ore siamo in auto. Sto portando Roberta verso la sua vettura nel parcheggio discreto che è il nostro solito punto di ritrovo. Con un sorriso, falsamente ingenuo, riferendosi alla domanda cruda e brusca che ci aveva fatto il nostro ospite, mi dice “Di sicuro avrà capito che non lo facciamo perché tu non riesci a soddisfarmi” . Mi sento, mascolinamente, gratificato dal suo commento. In effetti mi sono comportato in maniera egregia e sicuramente tra me e il giovane chi ha “brillato meno” è stato lui. “Grazie, amore mio, la tua è più di una lusinga. È adulazione”. La signora si fa seria “In effetti io non avrei bisogno di questi giochino, mi basti tu. Io mi lascio coinvolgere solo perché tu insisti, solo per farti piacere, solo per dimostrarti il mio amore” Un attimo di pausa, forse fin troppo silenziosa. Poi la domanda che temevo “Perché lo facciamo?” ma è una domanda rivolta solo a me. Rispondo senza esitazioni in modo che Roberta capisca che è la verità “Ti ricordi la sera che festeggiammo i tuoi 40 anni?”, la signora annuisce silenziosa, “Eravamo a cena, era una sera a metà settimana in quella locanda fuori provincia. C’erano un paio di tavoli di soli uomini e noi due. Tu eri uno spettacolo, molto più che affascinante. Si vedeva che eri innamorata e non vedevi l’ora che la cena finisse per andare nel motel adiacente. A un certo punto sei andata in bagno e hai attraversato la sala. Gli uomini, tutti ma proprio tutti, si sono incantati a guardarti. Tu, per niente imbarazzata, hai risposto con un sorriso ai loro sguardi insistenti. Poi mi hanno guardato con malcelata invidia. Invece che sentirmi geloso mi sono sentito un uomo fortunato, invidiato dagli altri”. Roberta mi guarda facendomi capire che ricorda benissimo quella sera di dieci anni prima. “E’ stato in quel momento che ho pensato: questi mi invidiano solo a vederla camminare, chissà cosa farebbero se sapessero come è a letto”. Siamo quasi al parcheggio “E’ per questo che lo faccio” concludo “per fare invidia agli altri uomini, per leggere nei loro occhi il dispetto di poter avere una femmina come te solo occasionalmente e quasi sempre per una volta sola”. Scendo e le apro la portiera. Un ultimo bacio prima di tornare alle rispettive case, prima di rivederla a lavoro l’indomani. Un ultimo bacio ancora appassionato, un ultimo sussurro “Grazie, amore mio, mi fai sentire sempre una donna super desiderata”.
Che femmina ragazzi



Vota la storia:




Iscriviti alla Newsletter del Sexy Shop e ricevi subito il 15% di sconto sul tuo primo acquisto


Iscrivendoti alla newsletter acconsenti al trattamento dei dati personali come previsto dall'informativa sulla privacy. Per ulteriori informazioni, cliccando qui!
26/05/2017 11:07

Paolox

Altra tavanata galattica! Altro playboy da tastiera!

Per commentare registrati o effettua il login

Accedi
Registrati